Rivista DMA
Donne per la comunione
Donne per la comunione
“Come è bello, Signore, stare insieme e
amarci come ami tu”, diciamo con il canto
nelle nostre assemblee liturgiche. E siamo
convinte che la bellezza del vivere insieme
può essere retorica se non fa riferimento all’evangelico“amatevi come io vi amo”.
Nella vita concreta, ci capita di avere delle
perplessità circa la “gioia della vita comunitaria”.
Lo esprimiamo nelle condivisioni
tra di noi, nelle confidenze che ci scambiamo,
nelle verifiche dei nostri progetti,
quando decantiamo ogni visione idealizzata,
lontana da reali fatiche e difficoltà.
Lo scorso mese di maggio, abbiamo ricevuto
una bella lettera di madre Yvonne, dal titolo
attraente: “Il tesoro prezioso dello
spirito di famiglia”. Fa bene rileggerla e rifletterci.
Ricarica la mente di idee buone.
Riempie il cuore di sentimenti positivi. Rigenera
energie e rilancia a gesti di fiducia.
Questo numero della Rivista ci confronta
con l’esperienza dello stare insieme tra ideale
e reale. Ci propone il tema della relazione
interpersonale non fatta di sogni o desideri,
ma di concrete esigenze e soprattutto
di riferimento al Vangelo.
Donna di Vangelo è Esther, una cristiana
della Nigeria che sa tessere comunione
con la collega musulmana intorno ad un
comune progetto di pace. “Per la prima volta, ho iniziato a trovare aspetti comuni
tra di noi: siamo persone umane…
Custodiamo dolori e fatiche. Questo mi ha
aiutata a superare i pregiudizi”.
Stare insieme è forza per costruire la pace
se sappiamo “educarci alla compassione, alla
solidarietà, alla collaborazione; a partecipare
attivamente alla vita della comunità”.
La pace: un dono di comunione da coltivare
in cuore collaborando a crearla nell’ambiente
in cui ci troviamo.
Sempre è possibile ricominciare a vivere autentiche
relazioni comunitarie. “Dite la verità,
ciascuno con il suo prossimo”, si afferma
citando il brano biblico di Zaccaria. Essenziale è coltivare la fiducia reciproca.
“Ogni giorno, in prima persona, siamo
chiamate a scegliere ciò che alimenta il clima
di famiglia”. Per costruire un “ambiente
aperto, attento ad offrire un ampio ventaglio
di proposte significative”.
È il sogno di don Bosco, espresso in occasione
della rielezione di Madre Mazzarello
come Superiora: “Prego Dio che in
tutte infonda lo spirito di carità e di fervore
perché questa nostra umile congregazione
cresca in numero e si dilati in altri
e poi altri più remoti paesi”.
gteruggi@cgfma.org