Echi profondi della festa del Grazie!

Echi profondi della festa del Grazie!
Tokyo (Giappone). Riprendiamo alcuni stralci interessanti di una lettera che l'Ispettrice, suor Francesca Yukiko Wakamatsu, ha inviato recentemente a tutte le sorelle dell'ispettoria. «Adesso è tempo di fare appello a tutte le nostre energie … Questo è anche il significato dello slogan della festa del Grazie 2011: “ Coraggio, la luce brilla ancora!”
La gente giapponese sta camminando verso il futuro, verso la ricostruzione del nostro Paese. Ci sono molte persone che, animate dalle parole: “Coraggio Giappone!”, vanno avanti con speranza in prospettiva del futuro. È una bella notizia sentire che i giovani, che spesso diciamo svogliati, stanno lavorando con ardore e dimostrano tanta sollecitudine». Suor Francesca, dopo aver riportato alcune esperienze che vedono come protagonisti i giovani, condivide con l'ispettoria il testo di un articolo in cui si rileva l'ammirazione verso il popolo giapponese da parte di altri Paesi. «E' un articolo che esprime la meraviglia sul comportamento di noi giapponesi subito dopo il disastro» rileva suor Francesca. E riporta integralmente l'articolo. «Dieci cose da imparare dal Giappone:
- La calma. Neppure un'unica immagine di prostrazione o di dolore violento. Il dolore stesso è stato elevato.
- La dignità. Code disciplinate di gente, sia per i servizi che per i negozi di alimentari. Nemmeno una parola né un gesto volgari.
- L'abilità di architetti incredibili. Per esempio, gli edifici hanno oscillato, ma non sono caduti.
- La delicatezza. La gente comperava solo quello di cui aveva bisogno al momento, in modo che sarebbe bastato per tutti.
- L'ordine. Nessun furto nei negozi. Nessuno schiamazzo o disturbo per le strade. Solo comprensione.
- Il sacrificio. 50 lavoratori stettero ore per pompare acqua marina nel reattore. Potranno mai essere ricompensati?
- La tenerezza. I ristoranti diminuirono i prezzi. I forti hanno cura dei deboli.
- L'allenamento. Sia gli anziani che i bambini: tutti sapevano esattamente che cosa competeva a loro fare, e lo hanno fatto.
- I media. Hanno dimostrato grande sobrietà nelle notizie. Non ci sono stati reporter superficiali. Soltanto reportage contenuti.
- La coscienza. Dopo che era mancata la luce, la gente rimise la roba sulla mensola e uscì con calma.
Quando leggo articoli come questo, conclude l'Ispettrice, sento che noi FMA dell'ispettoria giapponese siamo fortemente interpellate a vivere in pieno la nostra identità di FMA secondo la nostra cultura. A ben pensarci, questa vita onesta è qualcosa che ci è stato insegnato fin da piccoli dai nostri genitori e maestri. Quando Francesco Saverio mise piede in Giappone per la prima volta nel XVI secolo, egli rimase stupito per la rettitudine dei giapponesi e il loro senso morale: era la buona educazione impartita sia in famiglia che nella scuola. Si può dire che questa situazione seria, ha fatto ritornare la gente alla propria verità profonda. “Coraggio! La luce brilla ancora”. “Coraggio Giappone!”».