Gioca per la vita, denuncia la tratta

Gioca per la vita, denuncia la tratta
Roma (Italia). Martedì 20 maggio nell'Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si è tenuta una Conferenza Stampa di presentazione della Campagna di Talitha Kum – la Rete Internazionale della Vita Consacrata Contro la Tratta di Persone – per il Mondiale di Calcio Brasile 2014 dal titolo Gioca per la vita, denuncia la tratta.
Il cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, ha in primo luogo menzionato i numerosi richiami fatti da papa Francesco sul tema della tratta delle persone, da lui definita "una piaga nella carne di Cristo".
Infatti, nella sua Esortazione Apostolica Evangelii gaudium il Santo Padre dice: «Non possiamo ignorare che nelle città facilmente si incrementano il traffico di droga e di persone, l'abuso e lo sfruttamento di minori, l'abbandono di anziani e malati, varie forme di corruzione e di criminalità…»
I religiosi e le religiose, quindi, «si trovano in tutto il mondo impegnati nella loro missione in mezzo a tutte le forme di povertà e toccano con le loro mani, l'umiliazione, la sofferenza, il trattamento inumano e degradante inflitto a donne, uomini e bambini di questa schiavitù moderna», ha detto il Cardinale.
Il programma di Talitha Kum contro la tratta degli esseri umani, come spiegato dalla coordinatrice della Rete Talitha Kum suor Estrela Castalone, Figlia di Maria Ausiliatrice (FMA), ha l'obiettivo generale di «condividere e ottimizzare le risorse che la vita religiosa possiede a favore degli interventi di prevenzione, sensibilizzazione e denuncia della tratta di persone, la protezione e l'assistenza delle vittime e delle persone vulnerabili».
Nel concreto Talitha Kum promuove l'allestimento di alloggi e centri d'accoglienza per la guarigione e il recupero, unitamente alla cura pastorale nei centri di detenzione per immigrati clandestini e nei centri profughi. Ai fini della prevenzione del fenomeno sono previsti corsi di formazione per i religiosi e i laici più qualificati, unitamente a campagne di istruzione e sensibilizzazione e programmi per la protezione del bambino e per la generazione di reddito nelle aree geografiche meno sviluppate, per evitare che i soggetti più vulnerabili ed economicamente poveri possano cadere nella rete dello sfruttamento.
A conclusione della conferenza stampa, suor Gabriella Bottani, coordinatrice della Rete Um Grito pela Vida, ha illustrato come si svolgerà la campagna in occasione dei Mondiali di calcio e ha commentato: «Aspettiamo il grande evento dei Mondiali di calcio con grande emozione e allegria, questa è una grande festa che contagia tutti, piccoli e grandi, vecchi e giovani. Noi vogliamo che la nostra voce non si alzi solo con i vincitori, ma che si innalzi insieme a tutti coloro che non accettano che la vita sia come un campionato di calcio, dove vince solamente il migliore. Tutti abbiamo il diritto di vincere per avere vita in abbondanza: il diritto ad avere una casa, ad essere curati, ad avere una scuola di qualità, ad accedere ad un lavoro dignitoso e giustamente retribuito, a migrare... abbiamo il diritto di essere liberi!».
«Non è possibile restare impassibili, sapendo che ci sono esseri umani trattati come merce!». Queste sono le parole del messaggio di papa Francesco alla Chiesa del Brasile. Sono un fermo appello per tutti a non rimanere indifferenti ed impassibili di fronte alla grave piaga sociale che è la tratta di persone.
I campionati del mondo di calcio, in programma in Brasile dal 12 giugno al 13 luglio prossimi, sono l'occasione per sensibilizzare sul tema della tratta degli esseri umani.
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