Roma (Italia). Si terrà in ottobre 2018 la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
Una grande opportunità per riflettere e per prepararsi all’evento che non solo rivela la volontà di ascoltare e capire i giovani ma anche quella di riunirsi tutti per prestare loro la giusta e concreta attenzione.
«“Lavoro, oratorio, protagonisti, speranza, futuro, Gesù, vicinanza e ascolto”: sono queste le parole che compongono il vocabolario della Chiesa per i giovani. Parole molto significative per dire che la comunità ecclesiale vuole bene ai giovani ed è determinata a fare spazio perché possano sentirsi accolti, amati, ascoltati.
Lavoro: I giovani hanno una dignità anche senza un’occupazione intesa come un lavoro e un salario. Il punto importante è difendere la loro dignità purché siano “occupati” ad essere protagonisti nella realtà. È importante dare significato alla persona e fare in modo che il suo apporto sia importante anche se non rientra nelle relazioni del lavoro, della dipendenza da una azienda o dallo Stato. Giustamente quando un giovane cerca lavoro per anni senza trovarlo finisce per scoraggiarsi. In questo caso è necessario orientare verso ruoli sociali, prevedere che si realizzi anche se non riceve uno stipendio.
La Chiesa è impegnata a dare un senso ai giovani. Qui entra in gioco un’altra parola di questo piccolo vocabolario: protagonisti. Come aiutare i giovani a essere protagonisti? Si tratta di un nuovo protagonismo legato alla forza e alla loro capacità di aiutare chi è debole e bisognoso, esprimendo creatività, forza, generosità. Il protagonismo è nella capacità di inventare, di aiutare e nel pensare anche di andare in una nuova missione nel mondo. Quante missioni si possono fare in un mondo così ingiusto.
Il protagonismo dei giovani risiede nell’essere onesti, giusti e puri. Protagonismo è realizzare la persona umana, avere la capacità di fare la pace. E questo, in qualche modo, già avviene… Dove? Negli oratori. Altra parola di questo vocabolario per i giovani. Gli oratori possono diventare un luogo in cui essi possono esprimere la loro forza a vantaggio delle persone della loro parrocchia e non. Un luogo dove organizzare le risposte ai bisogni della comunità. L’oratorio può essere il luogo dove i giovani possono acquisire il loro diritto al protagonismo radicato nella dinamica del dono e della gratuità.
“Speranza” e “Futuro”, parole difficili vista la situazione attuale… Dobbiamo però ricordare che la speranza e il futuro sono legate a quel protagonismo che è rispondere alle esigenze della gente. I grandi problemi della nostra società sono la solitudine, l’abbandono, le enormi disparità sociali. I giovani non sono dei singoli abbandonati nel mondo ma fanno parte di una storia, familiare e di comunità. Significativo l’invito di Papa Francesco ai giovani di stare con gli anziani: “Quanto sarebbe bella la presenza di un giovane che dona un senso a un vecchio, che può raccontarsi, essere capito, creare un’unità di storie. Quel giovane che avvicina un vecchio non fa altro che scoprire un pezzo di questa storia”. Il Papa ha capito che il rapporto padri-figli è difficile ma non lo è quello tra nonni e nipoti, entrambi con la capacità di sognare. Il padre giudica, il nonno capisce. L’esempio di tutto questo è Gesù. Gesù ha aiutato il padre a fare il falegname ma la sua grandezza è stata quella di morire sulla Croce per amore» (Mara Borsi, FMA).
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