Concesio (Italia). I giovani della Casa Paolo VI di Concesio raccontano la loro esperienza. «Quanto può essere strano, agli occhi di un uomo comune trovarsi di fronte al cancello di una casa e vedersi aprire un mondo; un mondo fatto di preghiera, dedizione, di totale amore ed affidamento verso il Padre nostro che è nei Cieli. Un amore così forte che nella sua semplicità e purezza, riuscì a scuotere la coscienza dei "potenti", si insinuò nei cuori di molti e portò ad un dialogo, che tutt'oggi vive e dà i suoi quotidiani frutti. Noi, ragazzi del gruppo adolescenti di Rodengo, siamo testimoni in prima persona di questo stupore.
Siamo stati accolti nella sua casa, a Concesio, dove lui è nato, grazie a due accompagnatori e guide, Suor Teresina e Stefano ci siamo immersi nella sua storia che ha dell'incredibile. Giovanni Battista Montini, uomo dal temperamento umile e mite ma nel contempo determinato, mosso dalla mano di Dio e perciò capace di far vacillare il male, in un periodo storico in cui il disfattismo, l'odio razziale e l'ateismo si radicavano sempre di più nelle famiglie italiane, l'odio nei confronti della Chiesa ed il totale disinteresse nei confronti di Dio prendevano posto nella vita di molti.
La sua salute cagionevole era compensata da un'intelligenza sopra la media ed una sensibilità mistica, che lo portarono a schierarsi in prima fila nella lotta per la difesa della vita, dell'uomo e della pace.
Fin da quando ancora rivestiva il ruolo di prete, Paolo VI, allora "Gibi" (Montini), così chiamato in confidenza dai ragazzi della sua parrocchia, seppe soddisfare le esigenze di una giovane generazione, bisognosa di comunicare e farsi ascoltare.
Insegnò ai suoi studenti, che la possibilità di apprendere che era stata donata loro, non sarebbe dovuta restare fine a se stessa ma avrebbero dovuto metterla a disposizione dei poveri e dei meno fortunati, così li accompagnò in questo percorso concreto di amore verso il prossimo.
Ai giovani del tempo rivolse poi un importante messaggio nel Concilio Vaticano Il, invitandoli ad essere testimoni e rinnovarsi costantemente nella fede, aprire i loro cuori al mondo, difendere valori imprescindibili quali la dignità, la libertà e dissociarsi dall'egoismo che popola il cuore degli uomini.
Parole importanti, che oggi, come allora pesano come macigni, in questo mondo distrutto dalle guerre e dalla crudeltà dell'uomo, dove la dignità viene venduta e calpestata, la libertà è compromessa oltre che dall'uomo stesso anche dai media e l'egoismo regna sovrano.
La vita di Paolo VI può essere definita come un pellegrinaggio, un'aspirazione all'eternità, egli seguì la chiamata di Cristo, camminò per la via della fede affidandosi completamente a Lui e su questa via guidò l'uomo e con le sue testimonianze lo guida ancora oggi.
Seguiamolo sulla via della santità a cui noi tutti dovremmo aspirare».
Il gruppo Adolescenti di Rodengo (Abbazia).
|