Famiglia salesiana: Bicentenario Don Bosco
Firenze (Italia). Il 15 di Marzo si è svolta nella Città di Firenze la Solenne Commemorazione del Bicentenario della Nascita don Bosco. La Giornata è iniziata con una solenne concelebrazione nella Chiesa di San Firenze, presieduta dal Card. Silvano Piovanelli. Alla concelebrazione hanno partecipato il nostro Rettor Maggiore Emerito, l' Ispettore don Leonardo Mancini, il Vicario episcopale Mons. Vasco Giuliani, il Delegato per i Religiosi don Bruno Simonetto, l'ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, suor Celestina Corna insieme ad altre fma, Salesiani di Livorno e altre case della Toscana e il direttore dell’opera di Firenze don Adriano Bregolin. La chiesa era gremita soprattutto da componenti della Famiglia Salesiana della Toscana, da amici e benefattori e da un largo numero di Giovani. Il Cardinale nella sua omelia da una parte ha sottolineato diversi episodi delle visite di don Bosco a Firenze e dall’altra ha messo in luce il grande ideale unificante della vita apostolica di don Bosco: il Da mihi animas. A Palazzo Vecchio la Commemorazione è iniziata intorno alle 11.00, con la presenza del Sindaco, Dott. Dario Nardella e di altre autorità civile, religiose e militari. Il panorama della sala ben adornata con piante e fiori era davvero suggestivo e l’assemblea numerosissima vedeva presenti genitori e alunni dell’Istituto dell’Immacolata, Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiani Cooperatori, la Presidenza Nazionale degli Exallievi, amici e benefattori. La commemorazione ha alternato momenti di concerto dei Pentaphon (un gruppo romano che suona nelle celebrazioni papali assieme al Coro della Cappella Sistina), canti eseguiti dai ragazzi del Coro dell’Istituto Salesiano dell’Immacolata di Firenze e i diversi interventi dei relatori presenti.
Il primo a prendere la parola è stato il Direttore don Adriano Bregolin che, partendo dal detto sapienziale “Molti hanno camminato nel mondo, ma pochi hanno lasciato delle orme” ha ricordato come don Bosco abbia lasciato orme di un cammino importante come la sua vita unificata in un sogno-progetto che ha dominato tutta la sua esistenza. Particolarmente gradito è stato l’intervento del Sindaco, a partire da un’esperienza personale vissuta da lui nel periodo della sua prima adolescenza. Egli viveva allora con la famiglia a Portici, nel napoletano, ed il suo ricordo riconoscente si è rivolto proprio a quegli anni felici in cui l’Oratorio era la casa di tutti i ragazzi della città e il tutto era dominato da uno stile educativo ispirato dalla ragione (che Egli ha voluto definire come la componente laica del Sistema Preventivo) la religione e l’amorevolezza. In chiusura del suo intervento il Dott. Nardella ha voluto ringraziare apertamente i Salesiani per il lavoro educativo che da più di cento anni svolgono in città, estendendo quindi il suo ringraziamento anche alla Figlie di Maria Ausiliatrice e a tutti gli operatori religiosi e laici nel campo dell’educazione. L’intervento centrale è stato quello di don Pascual Chavez Villanueva, Rettor Maggior Emerito della Congregazione Salesiana e IX successore di don Bosco.
Egli ha presentato la figura di don Bosco a partire dalla sua fisionomia umana e spirituale, sottolineando come non pochi studiosi, anche non cattolici, abbiano notato in lui una personalità ricca e soprattutto armonica nella quale trasparivano tenerezza e austerità, intelligenza e praticità, rettitudine e furbizia, santità e scioltezza nel mondo.
La sua spiritualità si sviluppava su un insieme di valori che sembravano quasi interpretati in un ritmo binario: lavoro e contemplazione, Dio e il prossimo, carità e professionalità, ubbidienza e libertà. E sul piano pedagogico: disciplina e familiarità, ragionevolezza e spontaneità, esigenza e bontà. “La prima cosa che colpiva era la sua umanità. Era la manifestazione della sua santità, mentre questa appariva come lo splendore della
sua umanità. “Tutto in Don Bosco è umano e tutto irradia misteriosamente una luce soprannaturale”. L’umanità si manifestava in una capacità di affetto intenso e personale. Questa divenne la sua forma abituale di rapporto; mai formale, burocratico, amministrativo, sempre vicino e avvolgendo la persona in una atmosfera di stima.”
Nei vari intermezzi della manifestazione hanno cantato più volte i ragazzi del Coro dell’Istituto Immacolata guidati dal Maestro Stefano Cheli, docente di Musica presso l’Istituto Salesiano. Hanno interpretato con grande finezza canti antichi e moderni dedicati alla figura del Santo. La manifestazione si è chiusa con gli interventi di saluto del Card. Piovanelli, di Mons. Giuliani, che rappresentava Sua Em.za il Card. Giuseppe Betori e dell’Ispettore Salesiano don Leonardo Mancini che si è fatto voce di un caldo ringraziamento a tutti i protagonisti e partecipanti all’evento. |